In questi giorni passeggiando lungo le vie vicine al mare, guardando nei giardini ingialliti dalle foglie cadute degli alberi sono stata attratta da una pianta con le foglie ancora tutte verdi e dai frutti colorati. Avvicinandomi ho riconosciuto la pianta a me tanto cara, che mi ha riportato in dietro nel tempo quando ancora ragazzina, con mio babbo, andavo a Bolgheri, suo paese natale, a far visita ai suoi nonni che furono, fermandoci sempre nei boschi alla ricerca di funghi.
Amo questa pianta, il corbezzolo, con i suoi frutti rossi come il fuoco, dolci come il miele ma così rari da trovare.
In questa stagione la pianta ospita fiori, frutti immaturi e frutti maturi. I fiori , di colore bianco o rosa, sono piccoli e riuniti in grappoli terminali semplici o ramificati.
Il corbezzolo, a partire dal Risorgimento, è considerato il simbolo dell’Unità d’Italia, perché in autunno ospita sui rami foglie verdi, fiori bianchi e frutti rossi, i colori della bandiera italiana.
Di seguito alcuni versi dell’Ode al corbezzolo di Giovanni Pascoli.
O tu che, quando a un alito del cielo
i pruni e i bronchi aprono il boccio tutti,
tu no, già porti, dalla neve e il gelo
salvi, i tuoi frutti;
e ti dà gioia e ti dà forza al volo
verso la vita ciò che altrui le toglie,
ché metti i fiori quando ogni altro al suolo
getta le foglie;
i bianchi fiori metti quando rosse
hai già le bacche, e ricominci eterno quasi per gli altri ma per te non fosse
l’ozio del verno;
(….)
Giovanni Pascoli